heat soak test consiste in un ciclo di riscaldamento e mantenimento a temperatura di 290°C delle lastre. Questo procedimento serve ad accelerare la rottura del vetro che nel tempo sarebbero destinati alla rottura spontanea dovuta ad inclusioni di Solfuro di Nichel (NiS).
La procedura prevede di mantenere il vetro in forno alla temperatura di 290°C con una tolleranza di ± 10°C che deve essere inderogabilmente mantenuta per almeno 2 ore dal momento in cui la superficie di tutti i vetri ha raggiunto la temperatura di 280°C. Segue la fase di raffreddamento a partire dall’istante in cui l’ultima lastra che abbia raggiunto i 280°C ha terminato le 2 ore di trattamento. Il raffreddamento termina quando la temperatura dell’aria nel forno scende fino a 70°C.
Il heat soak test permette di eliminare oltre la maggior parte delle lastre che si romperebbero in opera a causa della presenza di solfuro di nichel (NiS), creato da particelle di zolfo e nichel che inevitabilmente finiscono nella massa vetrata al momento di produzione delle lastre nei forni float.
NiS è insolubile e non può essere disciolto nel bagno fuso, per cui si formano delle inclusioni nella matrice vetrosa, simili all’effetto delle gocce d’olio nell’acqua; le inclusioni di NiS si formano durante la produzione del vetro. La particella è sferica ed in caso di rottura è individuabile in prossimità del centro dello spessore, ovvero in corrispondenza della zona in trazione (posizione critica). La forma tipica della superficie dei due frammenti di vetro contenenti l’inclusione NiS è definita a “farfalla”. L’osservazione e l’analisi con risultati affidabili della composizione di tali inclusioni è realizzabile attraverso strumentazione ad elevata risoluzione.
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